Quello che ci colpisce è il comportamento delle forze politiche locali:
la Provincia lo scorso 14 novembre ci ha invitato ad una commissione di concertazione, precisando che nessuna ipotesi era stata messa in campo, poi qualche settimana dopo, sia ai sindacati che ai dipendenti con qualifica di dirigente scolastico, i tecnici locali del Ministero dell’Istruzione hanno descritto l’ipotesi che non riguarda solo l’Appennino Est ma anche la città di Parma.
La Gilda degli Insegnanti, tramite il coordinatore delle Province di Parma e Piacenza Salvatore Pizzo, fa sapere: “Noi vogliamo semplicemente precisare agli esponenti politici di tutti i partiti che il coinvolgimento delle rappresentanze elette da migliaia di persone, quali sono le forze sindacali del comparto Istruzione Statale, per quanto ci riguarda non dev’essere successivo al coinvolgimento dei tecnici i quali, in quanto dipendenti pubblici, dovrebbero solamente eseguire quanto concertato a seguito di opportuni confronti tra rappresentanti politici e rappresentanze sindacali di categoria che, come quelle politiche, rispondono a migliaia di elettori” – continua – “semplicemente rivendichiamo una primazia dei corpi rappresentativi rispetto ai tecnici, specie per queste vicende che interessano aree vaste del territorio – conclude – fa piacere apprendere che nel merito siamo tutti, o quasi, contrari al dimensionamento indiscriminato”.
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